“I am nature. I’m alive. Alive, breath, reside. I eat, I build, I destroy. I am the worst living thing in the world. I do not care what or who I have in front of me. Nature does not belong to me, God is dead, I’m destroying the rest. I am nature but I forgot it.”
“Io sono natura, io sono vivo. Vivo, respiro, abito, mangio, costrui- sco, distruggo. Sono l’essere vivente peggiore al mondo. Non mi interessa ciò o chi ho davanti a me, la natura non mi appartiene, Dio è morto, il resto lo sto distruggendo io. Io sono natura ma l’ho dimenticato.”
Contribuire alla consapevolezza, attraverso l’arte, su quello che l’uomo e la sua evoluzione hanno creato, facendo aprire gli occhi su una situazione attuale che esigerebbe un cambio di direzione forzata.
È questo lo scopo di “I’m Nature but I forgot it”, progetto nato dall’incontro tra Angelo Gallo e Lucy Mey, fondatori del collettivo d’arte Camera 237, e il fotoreporter Oreste Montebello, che vedrà la sua realizzazione finale a dicembre negli spazi di Materasum.
“I’m Nature” nasce dalla necessità e la volontà di scuotere gli animi e le coscienze, un vero e proprio atto di denuncia nei riguardi dello sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche da parte dell’uomo, che sta portando, con la distruzione di quello che ci circonda, anche alla nostra distruzione.
Concetti fondamentali per Camera 237, da sempre ideatori di progetti e performance d’arte di forte impatto emotivo. A partire da “Effetto Placebo”, “Alchimisti per il borgo” e “Io non sono qui”, proseguendo con “Ecumen3”, “Reverse” “ Millennium bug ” fino a “Login”, “Community”, “Charging point” e “La città che parla”, attorno ai quali orbitano i medesimi concetti di denuncia. Gli stessi condivisi da Oreste Montebello, fotoreporter della scena romana ed europea fino agli anni ’90, da qualche anno ritornato a raccontare un territorio sopito nel suo torpore quotidiano.
Partito in fase sperimentale nel 2018 con una prima installazione al Face Fastival di Reggio Calabria, “I’m nature” diventerà in questa fase centrale una “Call for humans”, una vera e propria chiamata per esseri umani, uomini e donne sensibili al tema della natura e dell’ambiente, che entreranno a far parte delle performances e di Camera 237.
L’installazione sarà un perfetto connubio tra videoarte e fotografia incentrati sullo sfruttamento delle risorse naturali, lungo dei pannelli e degli elementi che destabilizzeranno letteralmente chi vorrà usufruirne. Al centro troneggerà un albero.
Ad ospitare il progetto a partire dal 6 dicembre, Materasum, nella Matera sotterranea tra ambienti scavati nella roccia e abitazioni, un tempo teatro di vita quotidiana della collettività. Una città nella città che renderà ancora più suggestivo il viaggio che i più curiosi saranno portati ad intraprendere all’interno della propria coscienza attraverso l’arte.
Curiosità che dovrebbe scaturire già dalle prime pubblicazioni in rete, poiché anche la grafica riguardante il titolo, nasconde – ma non agli osservatori più attenti – informazioni sulla natura del progetto, avviando il lettore a prendere coscienza di quel filo conduttore che lo porterà fino alla consapevolezza dell’intero disegno durante l’evento finale.
A prendere parte alla realizzazione anche Alberto Criscione, artista; Angela Di Biasi: artista; Marco Stefanelli, artista; Jaqueline Gisele Rodriguez, performers; Asmara Bassetti, giornalista; Cosimo Alampi, chimico; Stefano Milazzo: artista. Il percorso progettuale sarà curato da Marilena Morabito e la documentazione sarà realizzata da Vincenzo Zicaro: fotografo.
Un modo artistico concettuale, quello di “I’m Nature”, di provocare tramite tutti i sensi – dalla vista, al gusto, all’udito, al tatto, all’olfatto – e letteralmente destabilizzare il fruitore, che sarà così “costretto” a riflettere – e magari ad agire – sugli effetti che lui stesso ha provocato sulla natura.