Andiamo con ordine: cosa è il Torii?
Il Torii, uno dei simboli della cultura Giappone, è una porta di accesso costruita in legno e formata da due pali infissi nel terreno collegati in alto da un tronco.
Colorati di rosso, rappresentano un portale di demarcazione tra un mondo di vita quotidiana e un mondo in cui si avverte il sacro.
L’idea del Torii a Matera mi è venuta dopo aver ascoltato un’intervista radiofonica ad un anziano giornalista/antropologo giapponese che, a conoscenza della nomina della città dei Sassi a Capitale Europea della Cultura 2019, si è sentito attratto dal suo vissuto antropologico e quindi ha deciso di visitare Matera.
Nell’intervista lo studioso poneva l’accento sulla sacralità del paesaggio materano simile a quello del proprio paese, ovvero:
- il nome di Matera è inserito nel nome di Amaterasu, massima divinità scintoista: la dea del sole;
- Tra le spelonche di Matera e lungo le pendici del torrente Gravina, nei templi mitraici, veniva ufficiato un rito liturgico celebrante la Rinascita del Sole, così come avviene per il santuario di Ise, in Giappone, dedicato alla dea del Sole Amaterasu;
- Matera, “ Mathera ” , “Mater Dea”, “Madre Terra” il cui ventre è fatto di grotte, cunicoli, antri e anfratti; è lì, nelle grotte nascoste dei Sassi che sono impressi i riti ancestrali di un culto mai scomparso, per un ritorno nel luogo di nascita come simbolo protettivo;
- la dea del Sole , Amaterasu, si rinchiuse in una grotta perché aveva perso tutte le speranze di vivere, così come per millenni aveva fatto il popolo materano. Quando Amaterasu uscì dalla grotta, sul mondo tornò a splendere la luce e la vita poté rinascere, così come avvenne negli anni ’50 per i materani che abbandonando le grotte dei Sassi ridiedero la vita a Matera;
- il Santuario di Ise viene completamente distrutto e poi ricostruito ogni 20 anni a simboleggiare il ciclo della natura, simile a quanto avviene per il carro trionfale in onore di Maria Santissima della Bruna, patrona di Matera, che viene costruito e distrutto ogni anno;
La visita a Matera lo aveva colpito non tanto per la bellezza estetica del paesaggio, ma per la presenza di qualcosa di sacro che va aldilà dell’aspetto fisico del luogo: suggestione spirituale quale espressione della necessità dell’uomo di rintanarsi, rifugiarsi, sentirsi protetti, riprendere il contatto col grembo di Madre Terra e con quanto di sacro continua ad essere in noi.
Trascinato da questa suggestione, era sicuro di trovarsi d’un tratto il Torii, la porta sacra di una città misteriosa dove “il cielo e le stelle si possono ammirare al di sotto dei piedi degli uomini” e dove “i morti stanno sopra i vivi”.
Per questa sacralità che rappresenta, in Giappone il Torii è identificato come simbolo di fortuna e prosperità ed è donato come ringraziamento e gratitudine per una preghiera ascoltata.
Con Matera 2019 la comunità materana dovrebbe costruire uno o più Torii agli ingressi dei Sassi, a Porta Pistola o sulla Murgia Timone come segno di segno di ringraziamento per l’opportunità che ci è stata concessa.
immagine del Torii su Murgia Timone